Commercialista e Consulente del Lavoro
Abruzzo - Chieti
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ESPERIENZE PROFESSIONALI
Il giorno della mia laurea c’è stato il diluvio universale; la commissione d’esame è arrivata con oltre due ore di ritardo.. però alla fine ce l’ho fatta.
Si, mi sono laureato in Economia e Commercio; “il pezzo di carta” tanto voluto, tanto desiderato e ambito, soprattutto dalla mia famiglia, che aveva il suo primo “dottore” in casa.
Vengo da una famiglia di origini contadine; mio padre, da giovane, decise di emigrare in Germania e di aprire una gelateria.
Ha rischiato di fallire.
Mio padre mi racconta sempre che si era fortemente indebitato per aprire la gelateria e aveva un problema enorme che non dipendeva da lui; l’anno di apertura è stato uno degli inverni più lunghi di sempre; pensa che a fine giugno pioveva sempre e si andava in giro con il cappotto.
Stava per consegnare le chiavi del locale alla banca quando ci fu uno spiraglio di luce in fondo al tunnel; arrivò il sole e finalmente ha potuto far fronte alla montagna di fatture che aveva accumulato.
In Germania le cose andarono bene; dopo oltre 20 anni di lavoro in Germania, i miei genitori decisero di tornare in Italia e di aprire una pizzeria.
Mio padre è sempre stata una persona molto scrupolosa, molto attenta al lavoro e ai documenti; ogni mese ordinava le fatture, prendeva il suo taccuino personale, faceva l’elenco delle entrate e delle uscite e monitorava costantemente l’andamento della sua attività.
Mio padre ha sempre desiderato che facessi il commercialista perché voleva che qualcuno lo aiutasse nei conti, lo potesse suggerire e aiutare; si sentiva lasciato all’abbandono dal suo consulente di fiducia; d’altronde lui, oltre la terza media e un po’ di formazione “fai da te”, non è mai andato.
Purtroppo, il giorno della mia laurea, sotto quel diluvio, ho deluso mio padre dicendogli: “caro papà, non voglio fare il commercialista”.
Il giorno dopo della mia laurea andai a Bologna, feci un test d’ammissione per accedere ad un Master in Gestione d’Impresa della durata di un anno: fui preso. A fine Master ho trovato subito lavoro in una delle società di consulenza al Mondo; è stata una esperienza meravigliosa dove ho avuto la fortuna di lavorare con grandi consulenti e per grandi aziende; una tra tutte il Gruppo Ferrero Spa.
Dopo qualche anno, feci la scelta di tornare in Abruzzo, il mio “Paese”, consapevole che avrei dovuto rimettermi in gioco e far valere le mie capacità.
Ero molto scettico sul cosa fare fino a quando mi è stato aperto uno squarcio su cosa effettivamente significasse fare il commercialista.
Avevo (erroneamente) sempre avuto l’idea che la figura del Commercialista fosse un po’ come quella del ragionier Filini; giornate monotone con il tempo che passa.
Sin da subito ho capito che mi ero sbagliato profondamente e che, quella del Commercialista, è un’attività sempre “nuova”, con problemi diversi da risolvere che tutti gli imprenditori hanno.
Nel fare questa professione ho capito quanto mio padre sia stato effettivamente bravo nel suo lavoro. Non solo nel fare le pizze e i gelati ma nel monitorare l’andamento della sua attività.
Solo in quel momento ho capito la sua “richiesta di aiuto”, la richiesta di qualcuno che lo supportasse nelle scelte, nelle decisioni, nell’analisi dei numeri. A quel punto mi sono prefisso un obiettivo; quello di non essere uno dei tanti commercialisti che calcola l’iva e addebita le imposte, ma molto di più.
Divenuto commercialista, ormai da quasi 15 anni di esperienza sul campo, ho visto tanti, troppi imprenditori vedersi vanificare i loro sacrifici e i loro sforzi perché “hanno solo pensato a lavorare” senza preoccuparsi minimamente della parte amministrativa e fiscale della loro attività.
Ho visto imprenditori, ahimè, non supportati dai loro professionisti.
Ho visto imprenditori, con le loro famiglie, uscire dalle proprie case, a volte anche ingiustamente.
Vengo nominato dal Tribunale per vendere le case all’asta e, ti assicuro, è struggente.
Per questo, da quando ho iniziato la mia professione, mi sono prefisso l’obiettivo di supportare gli imprenditori nelle loro decisioni analizzando i numeri dell’ azienda, valutando le scelte più opportune da intraprendere e questo non solo da un punto di vista fiscale ma anche aziendale.
Sono attento, petulante e addirittura odioso nel far comprendere all’imprenditore quanto sia importante tutelare il proprio patrimonio, quello realizzato con i sacrifici di tutta una vita, spesso anche con gli sforzi dei propri genitori.
Costante propongo soluzioni operative cucite su misure per l’imprenditore al fine di proteggere il suo patrimonio e supportarlo nelle decisioni aziendali perché da un lato è necessario far cresce l’azienda e trarne i profitti e dall’altro bisogno saper proteggere il patrimonio costruito negli anni.